Genius

Genius di La Sportiva, ultimo acquisto. Ora bisogna domarle e adattarle al piede, dare la forma delle dita, prima di poterci arrampicare. Un numero e mezzo in meno della calzata normale. Dolore ben conosciuto e temuto più delle difficoltà in parete. Non avessi smesso di arrampicare per tanti anni chissà quante ne avrei ammucchiate! Quando ho iniziato a mettere le mani sulla roccia le pedule neppure esistevano. Si faceva il sesto grado con gli scarponi, per le odierne generazioni credo sarebbe impensabile. Inimmaginabile.

Le mie prime pedule, calzate con i calzini. Adesso sarebbe un’eresia! Poi, divenute larghe le usavo per le discese in kaiak, ma sono sempre in casa.

Gli scarponi duravano anni, queste scarpette hanno una suola di 3 o 4 millimetri, non durano niente, bisogna risuolarle in continuazione e se non le risuoli per tempo riesci anche a bucare la tomaia in punta. Vite brevi per strumenti altamente tecnologici. Un po’ come tutto ormai in questa nostra società consumistica basata sullo spreco. Spesso mi sento in colpa, mi vergogno di avere un tenore di vita insostenibile per il pianeta, con un divario immorale rispetto alla maggioranza degli otto miliardi di umani. Ma tant’è. Le illusioni sono finite. Le utopie sconfitte.