Questa sera Chicco non andava in giro e restava vicino alla porta. Quando sono andato a vuotare la carriola nel letamaio due occhi mi hanno guardato a lungo e poi, silenziosamente, senza neppure un fruscio se ne sono andati. Lupo. Anche oggi mentre tornavo da arrampicare ne ho visto uno correre nei prati. Libero ed altri cani del vicino hanno abbaiato nel buio della sera, un abbaiare mirato.
Ho quasi smesso di frequentare il mondo fasullo del web e sto lontano il più possibile dalla maggioranza degli umani. La mia cerchia sociale è limitata alla famiglia, umana e ferina, capire i meccanismi mentali delle masse è fatica improba. Mi siedo al sole di questo inverno per ora mite e guardo Chicco rotolarsi nell’erba e poi correre via sgroppando felice. Il cuore rallenta, la mente si svuota.
Il vento sotto i piedi, la roccia da capire perché ti permetta di salire, la fatica nei muscoli, l’adrenalina. Anche qui la mente si svuota. Agire. Senza inutili contorsioni mentali.
Arriva il freddo della notte. Chicco vuole rientrare al caldo e a mangiare la sua razione serale di golosità per poi passare al fieno ed infine ad una bella dormita sulla lettiera di abbondante paglia di grano profumata e pulita. Gli apro e viene dritto contro di me spingendomi con la testa, è il suo modo di dirmi “vedi quanto sono forte? potrei ucciderti, potrei morsicarti, invece mi fermo perché sei mio compagno di vita, ora sto immobile e mi faccio pulire gli zoccoli”. Quanto amore e rispetto silenziosi. Quanta reciproca fiducia.