

Se avessi un maglio gigantesco potrei colpire lo spazio tempo e farlo vibrare, come una mazza fa vibrare l’incudine
ma la nostra mente è strutturata per comprendere il nostro pianeta, non riesce a rappresentare simili scenari
non può immaginare un tempo di tredici miliardi di anni e neppure trecento mila
la conoscenza della nostra specie, tra dati storici e ritrovamenti archeologici, non va molto più in là di diecimila anni
un battito d’ali in un uragano
e intanto l’universo si espande a velocità inimmaginabile e si raffredda
la vita in questo minuscolo pianeta ha avuto un inizio ed avrà una fine
una vita fatta di piante, erbivori e carnivori, inevitabilmente basata sul dolore
magari il prossimo universo sarà migliore
chi se ne è andato prende il posto di chi è appena arrivato
benvenuto piccolo Libero





